storie di cinema


primi anni del cinema

 

Il cinema negli Stati Uniti è una vera e propria attività industriale. Le aziende, le società sono le case di produzione, le fabbriche sono gli ampi spazi degli "studi" a Hollywood, le maestranze sono gli operai specializzati, (falegnami, carpentieri, decoratori), e gli impiegati, (segretarie, trovarobe, scenografi, sceneggiatori).

Tra di essi ci sono anche i registi, quindi una netta differenza rispetto al cinema europeo, in cui si tende a considerare il regista come "l'autore" del film. Un film, in quanto prodotto industriale, è destinato al consumo. Un film deve avere successo, come minimo deve rendere al produttore il capitale  investito nella sua realizzazione. Come per il teatro anche nel cinema alcuni interpreti diventano dei miti, si fanno amare dal pubblico a tal punto da diventare gli elementi trainanti dell’industria cinematografica.

La gente va al cinema soprattutto per vedere i divi, le star, come per esempio Rodolfo Valentino. Il fenomeno del divismo però, non divenne una prerogativa di Hollywood ma coinvolse tutto il mondo del cinema, non solo americano. Gli attori, a Hollywood, e parliamo sia dei protagonisti sia dei caratteristi, hanno quindi avuto un ruolo principale nella produzione cinematografica.

Provenivano da tutto il mondo, in particolare dall'Europa, già affermati o dai teatri di prosa nordamericani o da scuole di recitazione. Sullo schermo il pubblico vede gli attori, la gente li identifica con il cinema, conquistano un potere che li spinge a sovvertire le "leggi consolidate” ambiscono a diventare registi e produttori, facendo vacillare il monopolio delle "majors".

Nel 1919 Mary Pickford, Charlie Chaplin, Douglas Fairbanks e David W. Griffith fondano la United Artists sfidano il potere dei produttori anche se poi la United Artists altro non fa che affiancarsi alle grandi case di produzione senza provocare la rivoluzione promessa.

Seguici