storie di cinema


un impulso irrefrenabile

 

Forse tutto ebbe inizio quando migliaia di anni fa la mano di un uomo preistorico cominciò a incidere sulla parete di una caverna dei segni che volevano rappresentare una scena di caccia. Quella mano scoprì di essere in grado di imitare i contorni, le forme.

Poi il resto della storia lo conosciamo, nasce la pittura in tutte le sue espressioni e stili, la scultura e l’uomo riesce a materializzare sempre più il sogno di rappresentarsi, di imitare una realtà che è sotto i suoi occhi, di riinventarla, di riinterpretarla.

Fino a che nasce la fotografia, quando Louis Jaques Daguerre riesce a registrare su una lastra l’immagine di una tavola imbandita con piatti, bicchieri, candelabri, tovaglioli, ma ancor più quando riesce a ridurre il tempo di esposizione da quattordici ore a pochi secondi.

A qualcuno verrà in mente di riprodurre le fasi di un movimento scattando con più macchine fotografiche immagini a qualche istante l’una dall’altra e da qui a creare vere immagini in movimento il passo è abbastanza breve.

Nasce il cinema, il sogno cullato per migliaia di anni, ma anche la possibilità di dare forma al sogno. Il cinema, come oggi lo conosciamo è frutto dell’invenzione dei fratelli Lumière, ma altri prima di loro, avevano tentato l’impresa, riuscendovi in parte.

Edison aveva inventato il “cinetoscopio”, ma la durata delle immagini era limitata a pochi secondi. Due secoli prima nel seicento il danese Walgenstein aveva inventato la “Lanterna terrorizzante” altri avevano ideato marchingegni che davano l’illusione del movimento delle immagini.

Nel settecento fece la sua comparsa la “Lanterna magica”, basata su vetrini dipinti e proiettati su un muro bianco. Intorno al 1880 l’idea comincia a ribollire in decine di cervelli sparsi per il mondo, è come se l’umanità si fosse data appuntamento per superare questa prova.

Seguici