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Schermi sempre più grandi

 

Oggi i telefilm continuano a essere prodotti con un certo stile, ma la grandezza degli schermi televisivi nelle case degli spettatori, permette ai registi di girare in modo più libero rispetto al passato, questo vale soprattutto per le produzioni più costose.

L’uso del dolly, di masse, di un linguaggio più ricercato, provoca un aumento considerevole nei costi di produzione: più tempo per girare, più pellicola utilizzata, più comparse da pagare ecc. Il fenomeno dei telefilm si è diffuso enormemente in tutti i paesi del mondo fin dagli anni ‘50. In Europa, sull’esempio degli Stati Uniti, ben presto iniziarono produzioni con uno stile differente.

Molto belli e raffinati i telefilm inglesi, pregevoli alcune produzioni francesi. L’Italia produceva sceneggiati a puntate che avevano per soggetto i classici della letteratura o romanzi di appendice, e di conseguenza una struttura più teatrale che cinematografica: “Il mulino del Po” “L’idiota” “Jane Eyre” “La cittadella” “I miserabili” “I promessi sposi” “La freccia mera”. Si avvaleva dei più importanti registi e dei migliori attori di teatro, ma erano produzioni destinate al solo mercato italiano.

La Rai contemporaneamente continuava a comprare telefilm americani come “Perry Mason” “Ai confini della realtà” “Alfred Hitchcock presenta” e molti altri che hanno fatto epoca e che hanno segnato la nostra storia.

Da allora il telefilm è cambiato, la struttura narrativa è rimasta più o meno la stessa, ma si è arricchita di elementi espressivi nuovi trainata dalla diffusione delle videoclip musicali, che hanno arricchito il linguaggio creativo del montaggio. Oggi i telefilm sono più spettacolari, ma quelli datati continuano a conservare il fascino di un tempo lontano e ad essere ugualmente godibili.

Grazie a queste produzioni, dalla fine degli anni ’70 con l’avvento dei network privati, il lavoro del doppiaggio è aumentato considerevolmente impegnando un numero sempre maggiore di addetti ai lavori. A questo genere si sono affiancate le soap opera nel nord America e le telenovalas nell’America latina, un altro modo di raccontare delle storie con stili differenti.

Queste produzioni si differenziano dal telefilm per la loro struttura. Sono realizzate con le telecamere, hanno un numero di puntate molto più elevato e la particolarità di essere girate quasi interamente in interno, con inquadrature molto più strette e un ritmo di narrazione più lento. Sono concepite, insomma, per durare nel tempo, alimentate da contratti pubblicitari per anni.

Il caso più eclatante è la soap opera “Sentieri” che vive dal 1937. Nasce come romanzo radiofonico e, dagli anni ’50 approda alla televisione con un successo tale da avere chiuso i battenti soltanto nel 2009, ha coinvolto generazioni di attori ed è sopravvissuta miracolosamente per 72 anni.

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